Perplexity vuole Chrome l’annuncio ha messo in movimento uno dei dossier tecnologici più sensibili dell’anno: un’offerta da 34,5 miliardi di dollari per acquistare Chrome, il browser che più di ogni altro ha plasmato la navigazione moderna. La cifra, resa pubblica attraverso canali giornalistici autorevoli, non è soltanto un numero: è un messaggio politico, legale e commerciale piazzato in pieno processo antitrust. In questo articolo approfondiremo cosa c’è di vero, cosa è strategia, quali difficoltà pratiche e tecniche comporterebbe una vendita e quali scenari sono davvero plausibili. Ripetiamo il concetto chiave per tenerlo sempre in mente: Perplexity vuole Chrome e ora il mondo guarda.

Primo sguardo alla notizia
L’offerta di Perplexity per Chrome è stata presentata in un momento cruciale: il tribunale federale statunitense, dopo una lunga indagine sul mercato della ricerca online, sta valutando possibili rimedi che potrebbero includere misure drastiche come la divestiture di asset. In questo contesto, dichiarare pubblicamente un’offerta da 34,5 miliardi serve a dimostrare che esistono attori disposti a rilevare il browser e a mantenerne la vitalità tecnica (con l’impegno, annunciato, a preservare il progetto Chromium open-source). Ma c’è una grande differenza tra pubblicare un’offerta e completare una transazione di questa portata: il percorso da qui a una vendita effettiva è irto di ostacoli legali, tecnici e finanziari.
Perché l’offerta è significativa
Anzitutto perché mette sul tavolo una cifra enorme che attira attenzione politico-mediatica e legale. Poi perché Perplexity non è una corporation decennale con bilanci miliardari: è una realtà nata nel 2022 con forti competenze AI e una valutazione privata molto inferiore rispetto alla somma offerta. Infine, perché se il giudice dovesse ritenere la divestiture un rimedio, la presenza di un offerente concreto cambia la dinamica delle discussioni: dimostra che la cessione è praticabile e che non necessariamente danneggerebbe gli utenti. Ma non basta: bisogna anche chiedersi chi finanzierà il deal, come gestirà l’integrazione e quali garanzie fornirà per la sicurezza e la continuità del servizio.
Chi è Perplexity?
Fondata nel 2022 a San Francisco, Perplexity si è affermata come una startup AI che miscela capacità di ricerca, dialogo conversazionale e integrazione di modelli generativi. Ha presentato recentemente Comet, una proposta di browser con integrazioni AI, e ha raccolto capitali che le hanno assegnato una valutazione nell’ordine di decine di miliardi, ma comunque sensibilmente inferiore a 34,5 miliardi. L’azienda ha interesse strategico a costruire o acquisire un canale di distribuzione come un browser: il potere dei browser sta proprio nella possibilità di definire esperienze predefinite, integrazione di ricerca e partnership OEM. Ma la differenza tra essere un attore emergente e il custode di un’infrastruttura globale rimane abissale.
Che cos’è Chrome — oltre il browser
Parlare di Chrome come “solo un browser” è riduttivo. Chrome è un ecosistema: un progetto open-source (Chromium), un insieme di integrazioni con i servizi Google, una piattaforma di estensioni e sviluppatori, accordi commerciali con OEM e con motori di ricerca per l’impostazione del default, e telemetria a scala planetaria. Mettere in vendita Chrome significa affrontare non solo il codice ma contratti, dipendenze commerciali, obblighi di sicurezza, e anche questioni geopolitiche legate alla custodia di infrastrutture così diffuse.
Il contesto legale: cosa sta succedendo nell’antitrust
La vicenda non si capisce senza il contesto giudiziario. Le autorità antitrust — negli USA e altrove — hanno avviato inchieste per valutare se le pratiche commerciali dei grandi gruppi tecnologici hanno soffocato la concorrenza. Nel procedimento in esame, il giudice potrebbe richiedere rimedi “strutturali” (divestiture) o “comportamentali” (limitazioni contrattuali). L’offerta di Perplexity arriva proprio mentre il tribunale valuta queste opzioni, e per questo acquista rilevanza: dimostra al giudice che la cessione di un asset come Chrome non sarebbe necessariamente priva di compratori qualificati.
Analisi finanziaria: quanto pesa l’offerta da 34,5 miliardi
Mettere insieme 34,5 miliardi non è semplice. L’offerta può essere finanziata con una combinazione di equity, debito e garanzie fornite da investitori istituzionali. Ecco una tabella che sintetizza scenari di mobilitazione capitale:
| Componente finanziamento | Descrizione | Pro/Contro |
|---|---|---|
| Equity (capitale proprio) | Investitori sottoscrivono nuove azioni o partecipazioni | Minore leva finanziaria, diluizione alta |
| Debt (prestiti/obbligazioni) | Emissione di debito o prestiti sindacati | Leva, ma oneri di interesse e covenants |
| Consortium | Più investitori privati/fondi partecipano | Rischio condiviso, complessità di governance |
| Mix ibrido | Equity + debt + garanzie | Più realisticò per transazioni grandi |
Anche se Perplexity afferma di essere supportata da investitori, resta da vedere la composizione reale del consorzio e le condizioni economiche. Gli investitori dovranno valutare rischio regolatorio, costo di integrazione e il piano industriale per monetizzare un asset che fino a ieri era parte integrante dell’offerta Google.
Problemi tecnici e operativi nella cessione di Chrome
Una vendita non riguarda solo prezzo e firme: la grande sfida è tecnica e operativa. Ecco alcune delle voci critiche:
| Area | Sfida principale |
|---|---|
| Infrastruttura | Server, aggiornamenti di sicurezza, patching a scala globale |
| Sicurezza | Vulnerabilità, gestione del bug bounty, supply chain |
| Privacy | Gestione della telemetria utente e compliance GDPR |
| Accordi commerciali | Contratti OEM e di ricerca predefinita da rinegoziare |
| Sviluppatori | Continuare a supportare estensioni, API e la comunità Chromium |
La cessione dovrebbe prevedere meccanismi per garantire continuità di servizio, accordi per gli sviluppatori e una roadmap condivisa per la sicurezza. Non è banale: ogni litigio legale o tecnico può trasformarsi in un incidente di sicurezza o in una perdita di fiducia degli utenti.
Impatto per utenti e sviluppatori
Per gli utenti il rischio più immediato sarebbe la frammentazione dell’esperienza o la perdita di certe integrazioni già consolidate. Per gli sviluppatori di estensioni, invece, una nuova governance potrebbe cambiare le regole di pubblicazione, le API e il modello di monetizzazione. Di seguito una tabella sintetica sugli impatti possibili:
| Stakeholder | Possibile impatto |
|---|---|
| Utenti finali | Cambi cambi UX, opzioni predefinite, privacy |
| Sviluppatori estensioni | Nuove policy, compatibilità API |
| OEM | Rinegoziazione contratti, possibili nuove royalties |
| Advertiser | Cambi nel targeting e integrazione con motori di ricerca |
Scenari probabili e improbabili
Non tutte le strade sono ugualmente realistiche. I principali scenari:
- Scenari plausibili:
- Rimedi “comportamentali”: restrizioni sui contratti di default e maggiore interoperabilità.
- Cessione parziale di asset non core o separazione di business legati alla ricerca.
- Accordo con un candidato acquirente che include trasferimenti graduali e garanzie di sicurezza.
- Scenari meno probabili:
- Vendita immediata e completa di Chrome a Perplexity: complessità, finanziamento e rischio operativo rendono questo scenario difficile nel breve termine.
- Smantellamento totale del progetto Chromium: improbabile vista la natura open-source e l’importanza per l’ecosistema web.
Una tabella riassuntiva degli scenari:
| Scenario | Probabilità (stima qualitativa) | Impatto |
|---|---|---|
| Rimedi comportamentali | Alta | Moderato, richiede monitoraggio |
| Cessione controllata (asset selezionati) | Media | Complessa ma realizzabile |
| Vendita totale a Perplexity | Bassa | Alta complessità operativa e finanziaria |
Perplexity vuole Chrome: strategia, leva e messaggio politico
La mossa di Perplexity ha una valenza strategica. Dichiarare pubblicamente un’offerta aiuta a consolidare l’immagine di attore capace di gestire Chrome e a convincere il giudice che la cessione è praticabile. È altresì un modo per guadagnare tempo e visibilità nella negoziazione politica che circonda le misure antitrust. In termini semplici: l’offerta è sia un tentativo commerciale sia una leva per il contesto legale.
Cosa devono chiedersi gli investitori e i regolatori
Gli investitori valuteranno la sostenibilità finanziaria del deal, la capacità di Perplexity (o del consorzio) di assicurare uptime e sicurezza, e il potenziale ritorno sull’investimento. I regolatori, invece, dovranno considerare la praticabilità del rimedio, l’impatto sulla concorrenza e la tutela degli utenti. Domande chiave:
- L’acquirente ha capacità tecniche e finanziarie per gestire Chrome?
- La transazione proteggerà la privacy e la sicurezza degli utenti?
- Il rimedio proposto risolve il problema di concorrenza o crea nuovi rischi?
Cosa monitorare nelle prossime settimane
- Risposta ufficiale di Google/Alphabet: la strategia difensiva dell’azienda.
- Chiarezza sui finanziatori di Perplexity: emergere di un consorzio credibile aumenta la credibilità dell’offerta.
- Decisione del giudice sul rimedio: punto decisivo per la direzione futura.
- Reazioni di OEM e partner: accordi preesistenti potrebbero complicare o facilitare la transazione.
Aspetti energetici, di sviluppo e manutenzione
Un acquirente deve prevedere investimenti non solo per l’acquisto ma per la manutenzione: team di sicurezza, update giornalieri, infrastruttura CDN, gestione delle estensioni e programmi per sviluppatori. La comunità Chromium ha bisogno di chiarezza su come verranno gestite le policy di contributo e le priorità di sviluppo, altrimenti si rischia di perdere risorse critiche.
Implicazioni geopolitiche e normative
Un trasferimento di un asset così strategico solleva questioni geopolitiche: quali regole di export control, quali responsabilità sui dati transnazionali e come reagiranno autorità di paesi non USA? Regolatori europei e statunitensi potrebbero intervenire per valutare impatti su sicurezza nazionale e tutela dei consumatori.
Scenari tecnici concreti: cosa servirebbe a Perplexity per assumere Chrome
- Creare o acquisire una divisione di infrastruttura su scala globale.
- Stabilire partnership con OEM per mantenere o rinegoziare le impostazioni default di ricerca.
- Garantire continuità di aggiornamenti di sicurezza e di build.
- Offrire trasparenza sul trattamento della telemetria e sulle policy privacy.
Cronologia sintetica utile (timeline)
| Data (sintetica) | Evento |
|---|---|
| 2024 | Sentenze o procedimenti antitrust rilevanti contro Google |
| 2025 (ultimi giorni) | Annuncio offerta Perplexity per Chrome ($34,5B) |
| Prossime settimane | Valutazione rimedi da parte del giudice; possibile dialogo tra parti |
Conclusione: tra realtà e strategia
Perplexity vuole Chrome è una frase che oggi riassume due cose: un’offerta economica concreta e una mossa strategica con implicazioni legali. L’offerta di 34,5 miliardi è reale e rilevante, ma non trasforma automaticamente la proprietà di Chrome: servono finanziamenti, garanzie di sicurezza, piani tecnici e l’approvazione del quadro regolatorio. Nel frattempo, la notizia ha già spostato la discussione pubblica, costringendo tutte le parti — giudici, regolatori, Google e potenziali acquirenti — a considerare soluzioni praticabili per ripristinare o rinvigorire la concorrenza nel mercato della ricerca e della navigazione.
Cosa può fare chi legge oggi
- Seguire le fonti ufficiali e le comunicazioni del tribunale.
- Non dare per scontato un cambiamento immediato: eventuali transazioni richiedono tempo.
- Per sviluppatori e aziende che dipendono da Chromium, preparare piani di continuità e monitorare eventuali cambi di policy.
Se vuoi, posso trasformare questo articolo in una timeline giornaliera con fonti primarie, o elaborare un focus legale che spieghi le opzioni rimediali del giudice in linguaggio semplice.
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